Articoli e dottrina
 
   
 

LE PROSPETTIVE DEL RAPPORTO MARKETING-PRIVACY NELLA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE 

a cura di Vincenzo Caridi

L'apertura di New Law, ed in particolare di questa sezione monografica dedicata a "marketing e privacy", ha avuto la ventura di coincidere con l'esplosione di un vivace dibattito sui temi della privacy nel settore della promozione commerciale diretta. Le ragioni di tale rinnovato interesse degli addetti ai lavori ed anche di ambienti giornalistici specializzati (cfr. gli articoli apparsi su Interlex, ma v. anche le autorevoli opinioni pubblicate su "Il Sole 24 Ore" del 1 e 6 settembre 2001, richiamati in SEGNALAZIIONI) sono certamente da ricondurre a motivazioni contingenti, rintracciabili nella proposta di direttiva COM(2000)385 sulla privacy nelle comunicazioni elettroniche ed, in particolare, nella polemica opt-in/opt-out che ne sta accompagnando l'iter di approvazione; ma con altrettanta certezza sono riconducibili anche a ben più profonde esigenze di riflessione sul rapporto marketing-privacy. 
Qui di seguito si tenterà una riflessione proprio sulle motivazioni più profonde della giusta attenzione che oggi da più parti si dedica all'argomento, anche perché, a parere di scrive, è proprio da esse che bisogna partire per individuare le prospettive del rapporto tra promozione commerciale su Internet e privacy. 
Il "direct marketing telematico" o "e-marketing". 
Le enormi potenzialità comunicative della Rete, il suo carattere di medium interattivo per eccellenza, la bidirezionalità dei flussi informativi tra le stazioni comunicanti, costituiscono tutti fattori che hanno determinato la massiccia utilizzazione della maggiore rete telematica aperta quale strumento per veicolare l'offerta, raggiungendo i consumatori-utenti con effetti molto più positivi rispetto passato. In particolare, le campagne di marketing interattivo effettuate tramite Internet e, tra queste, prime tra tutte quelle effettuate mediante l'invio di e-mail commerciali, si sono dimostrate più economiche, più concrete e più efficaci rispetto ai tradizionali metodi di promozione diretta (cfr. lo studio Arete sullo spamming e le comunicazioni commerciali indesiderate ). Si può, dunque, prevedere - e lo spostamento degli investimenti pubblicitari negli Stati Uniti ne costituisce un valido indice - che la spesa pubblicitaria delle imprese si sposterà sempre più sulla Rete ed, in particolare, sarà indirizzata alla posta elettronica (e-mail marketing).
Tuttavia, è da notare che il trasferimento del direct marketing su Internet risponde, prima ancora che a dinamiche di tipo economico, ad un'esigenza ontologica di tale tipologia di offerta commerciale. 
Il marketing diretto, infatti, assume una sua individualità ed autonomia rispetto alle altre modalità di offerta e pubblicizzazione nel momento in cui si caratterizza come tecnica di promozione di prodotti e servizi presso consumatori-utenti di cui si conoscono, per averle previamente acquisite sulla base di indagini mirate, gusti e propensione all'acquisto. "La profilazione", ossia la definizione dei gusti e della propensione all'acquisto di un consumatore, attuata mediante il monitoraggio e l'analisi della sua navigazione nella rete Internet, costituisce sotto questo profilo il più efficace mezzo di indagine strumentale al direct marketing. Certo la profilazione degli utenti non è un fenomeno nato con la Rete, si pensi ad esempio alle fidelity card distribuite ai clienti di centri commerciali e supermercati quali strumenti utilizzati ai medesimi fini. Tuttavia, la tecnologia Internet ne ha fortemente agevolato il raggiungimento; essa si presta, infatti, ad utilizzazioni che rendono molto più agevole la creazione di liste di potenziali clienti profilati sulla base delle informazioni raccolte in Rete. Si pensi, per fare alcuni esempi, al fenomeno dei log (registrazioni automatiche generate dal sistema del fornitore di accesso alla Rete relative alla traccia delle navigazioni dell'utente) e ai cookies, al mail grabbin (raccolta di indirizzi e-mail mediante software, detti spamware, appositamente immessi nella Rete), alle "cimici web" (immagini invisibili poste su una pagine web che si comportano come cookies, tenendo traccia della navigazione degli utenti e permettendone l'identificazione), alle informazioni raccolte tramite i motori di ricerca. Si capisce allora come in Internet l'azienda possa anticipare il contatto con il potenziale consumatore-utente alla fase propedeutica della raccolta di informazioni sui potenziali consumatori, cioè ad un momento precedente la trasmissione dell'offerta, che perciò può essere conformata ai bisogni del destinatario
La caratteristica della Rete di risorsa aperta, interattiva ed internazionale determina, dunque, la possibilità di realizzare sia la fase propedeutica (profilazione, creazione delle c.d. liste di marketing), sia quella dell'offerta vera e propria e non solo, come invece avviene utilizzando i tradizionali metodi di veicolazione del messaggio, la fase finale del suo invio. In altre parole, Internet è caratterizzato da un quid pluris rispetto ai mezzi tradizionali attraverso i quali si raggiunge il consumatore: la Rete permette non solo la promozione diretta di prodotti e servizi, ma, molto più facilmente che se si operasse off-line, la loro promozione mirata. Tramite un solo medium, in maniera economica e veloce, si ottiene una migliore organizzazione e un più efficace coordinamento tra le varie fasi dell'attività promozionale.
Il direct marketing terra di frontiera. 
Se il quadro appena descritto evidenzia come Internet sia il naturale strumento del direct marketing, esso è altresì alla base dell'aumento esponenziale dei rischi per la privacy dei consumatori-utenti e, conseguentemente, della storica caratterizzazione del rapporto tra il marketing interattivo e la privacy in termini di antagonismo. Da quando Internet ha perso il carattere di mero strumento di condivisione di conoscenza nell'ambito della comunità scientifica e si è aperto ai privati, l'esigenza delle aziende, sempre più interessate ad offrire i propri prodotti e servizi sfruttando a pieno le potenzialità comunicative delle tecnologie telematiche, si è scontrata con quella degli utenti di quelle tecnologie, preoccupati di tutelare la propria sfera privata dinnanzi alle invasioni che spesso hanno caratterizzato, e che caratterizzano tuttora, alcune campagne di marketing diretto. Così, il direct marketing è divenuto terreno di frontiera tra il mondo dell'impresa e quello dei consumatori in tema di tutela della privacy su Internet (cfr. la news di apertura "La tutela della privacy nelle comunicazioni elettroniche sospesa tra opt-in e opt-out system"). Tuttavia, da una parte la normativa europea e nazionale sulla tutela dei dati personali, dall'altra la medesima logica economica, richiedono di ripensare al rapporto marketing/privacy in termini di compatibilità, piuttosto che di netto antagonismo. 
UN'INVERSIONE DI TENDENZA.
In vero, si registra oggi una crescente sensibilità rispetto a questa esigenza, tanto che la stessa ricostruzione del rapporto in termini esclusivamente di conflitto tra opposte esigenze non pare più corrispondere alla realtà. D'altronde non poteva essere diversamente visto che le campagne di marketing aggressivo - come hanno dimostrato approfonditi studi commissionati dalla UE (in particolare cfr. lo studio Arete sullo spamming e le comunicazioni commerciali indesiderate) - hanno, ormai, dimostrato la loro limitata incidenza, difettando della capacità di creare un rapporto di fiducia con il potenziale cliente. E', infatti, sempre più diffusa l'opinione che riconosce una scelta strategica dell'impresa nell'adozione di privacy policies che mirino a garantire un'effettiva tutela del destinatario del messaggio pubblicitario, soprattutto quando esso viene veicolato tramite la Rete (cfr. la news "La privacy "valore aggiunto" nella concorrenza tra imprese", nonché gli articoli del Sole 24 Ore richiamati in SEGNALAZIONI). La necessità di tale inversione di tendenza sembra apparire chiara agli stessi operatori del settore che cercano di promuovere l'adozione di policies, almeno in apparenza, neutrali (cfr. la news "Nasce il primo servizio italiano di cancellazione dalle liste di direct marketing"). 
UN PARADOSSO DA SUPERARE.
Certo, esistono alcuni "noccioli duri" del contrasto in cui le posizioni sono ancora rigidamente contrapposte. Un caso di estrema attualità è proprio quello che ho richiamato in apertura di queste pagine relativo alla scelta del sistema maggiormente idoneo a tutelare la privacy nel caso di comunicazioni commerciali via e-mail. La questione, attualmente all'analisi del Parlamento europeo (si rinvia ancora alla news di apertura "La privacy nelle comunicazioni elettroniche sospesa tra opt in e opt out system"), è quella dell'alternativa tra opt-in system - sistema in base al quale l'invio di posta elettronica contenente comunicazioni commerciali può avvenire solo previo consenso del destinatario - e opt-out system - che prevede la legittimità degli invii fino a quando il destinatario non abbia espresso la propria volontà di non ricevere comunicazioni commerciali. Il dibattito che ne è nato evidenzia da una parte posizioni di contemperamento degli interessi, le quali, tenendo nel dovuto conto sia le esigenze di tutela della privacy, sia quelle del mercato, espandono i confini della tutela della persona; dall'altra posizioni, che, pur dicendosi preoccupate della privacy dei consumatori, tradiscono approcci ispirati ad un'ostinata logica di contrapposizione fondata sulla fallace convinzione che una disciplina maggiormente garantista, quale quella dell'opt-in system, limiti il mercato. Al contrario, l'analisi dell'attuale situazione del direct marketing, anche negli Stati Uniti, rivela un dato che non può essere ignorato: le pratiche di direct marketing aggressivo hanno una scarsa percentuale di riscontro. E' bene allora ripensare al rapporto tra marketing e privacy in una nuova prospettiva alla luce della quale la logica di mercato non è necessariamente sinonimo di contrazione della sfera privata del consumatore, ma anche fattore di espansione della privacy. Se è vero, infatti, che la logica di mercato, ed in particolare del mercato libero da regole, spinge per sistemi di tutela della privacy, quali l'opt-out, che si dimostrano deboli sia in relazione all'effettività della tutela apprestata, sia riguardo alla loro validità in termini di equa distribuzione dei costi nel tessuto sociale (il sistema "opt-out" impone al consumatore un "costo" in termini di tempo e denaro per esercitare un diritto), è altrettanto vero che la medesima logica porta gli operatori di marketing a cercare di fidelizzare i potenziali clienti con pratiche promozionali meno aggressive e maggiormente attente al rispetto della sfera privata dei consumatori.
In ciò - utilizzando lo schema adottato da un illustre studioso per descrivere i paradossi della privacy - mi pare di riconoscere un paradosso della logica di mercato, in base al quale la tensione verso un'attività d'impresa libera da vincoli etero-economici entra in contraddizione con se stessa. Proprio nel mancato riconoscimento di questo paradosso sta il limite delle opinioni di coloro che si esprimono per una disciplina del direct marketing poco attenta alla tutela della privacy dei consumatori. In esse, infatti, si trascura che l'attenzione per la privacy nella promozione diretta di prodotti e servizi su Internet trova, oggi, le sue ragioni sia in fattori esogeni - tutela dei diritti della persona -, sia, ed è questa la novità, in fattori endogeni - la maggiore efficacia del messaggio pubblicitario. 
Queste ultime riflessioni ci consentono di riconoscere il criterio guida alla luce del quale analizzare il rapporto tra marketing e privacy, ed in base al quale risolvere i conflitti che dovessero verificarsi, nella fidelizzazione del consumatore e, dunque, in ultima analisi, nel rispetto del suo diritto ad autodeterminarsi tramite il controllo delle informazioni che lo riguardano sia in "uscita", sia in "entrata". Una disciplina del direct marketing improntata a tale criterio, garantendo il superamento del rilevato paradosso ed, allo stesso tempo, assecondando le sopra rilevate spinte esogene ed endogene verso una tutela effettiva della privacy del consumatore, garantirebbe un compatibile sviluppo del mercato.

 

 
     
   
 
 
 


Entrato in vigore il nuovo codice della privacy, abrogata la legge 675/96

[ leggi il testo integrale : nuovo codice della privacy]

febbraio 2004

 
 
 
     
 

 

 
 
 
     
 
Barry Silvestein
Business to Business Internet Marketing Apogeo, Milano, 2001
 
 
 
  Direct marketing
L'insieme delle attività, nonché ogni altro servizio ausiliario ad esse, che permettano di offrire prodotti e servizi o di trasmettere ogni altro messaggio pubblicitario a segmenti di popolazione mediante la posta, il telefono o altri mezzi diretti, a scopo di informazione o al fine di sollecitare una reazione da parte della persona interessata.