IL
PARLAMENTO EUROPEO DECIDE DEFINITIVAMENTE
PER L'OPT-IN
a
cura di Annamaria Galeone
Il
30 maggio 2002 il Parlamento Europeo ha approvato
la proposta di Direttiva sul trattamento dei dati
personali nell'ambito delle comunicazioni elettroniche.
In tema di spamming,
è stato infine scelto il sistema dell'opt-in; per
la spedizione di e.mails commerciali sarà dunque necessario
da ora in avanti ottenere il consenso preventivo degli
utenti.
Questa
decisione segna la fine di un dibattito durato quasi
un anno. Come si ricorderà, il giorno 11 luglio 2001
era stato approvato da parte del Comitato per le Libertà
e i Diritti dei Cittadini, Giustizia e Affari Interni
del Parlamento Europeo il rapporto sulla proposta
per la Direttiva Europea sulla Comunicazione Elettronica
e la Riservatezza dei Dati, che si esprimeva "a
favore di un sistema di opt-out per la messaggistica
elettronica (e.mail, SMS, etc)", lasciando agli
Stati membri la scelta tra i due sistemi dell'opt-in
e dell'opt-out. Il 6 dicembre successivo, a Bruxelles,
i ministri delle telecomunicazioni si erano invece
schierati a favore dell'opt-in. La proposta è stata
così nuovamente sottoposta all'esame del Parlamento
Europeo, che ha mantenuto la posizione dei ministri.
Come
si legge nella "Relazione sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione
della direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio
relativa al trattamento dei dati personali e alla
tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni
elettroniche", sulla Direttiva in questione è stato
raggiunto un compromesso tra i due principali schieramenti
politici del PPE-DE e PSE, approvato a larga maggioranza
da parte del Parlamento. Marco Cappato ha chiesto
che il suo nome venisse ritirato dalla Relazione,
al fine di sottrarsi ad ogni forma di responsabilità
in merito alla scelta finale, affermando che il compromesso
limita le libertà civiche e va contro i diritti dei
cittadini. (Per leggere la relazione vai a http://www2.europarl.eu.int)
Per
quanto riguarda l'Italia, sembra che la scelta per
l'opt-in sia stata espressione dell'orientamento già
manifestato dall'Authority per la protezione dei dati
personali. Recentemente, infatti, il Garante per la
privacy ha condannato una società per aver inviato
e.mails commerciali non sollecitate sulla base del
principio dell'opt-in: il consumatore lamentava il
fatto di non aver mai prestato il proprio consenso
alla ricezione delle e.mails ed il Garante ha conseguentemente
ordinato alla società di interrompere il trattamento
dei dati personali, chiarendo che, ai sensi della
Legge n. 675/96 (legge sulla privacy) e del D. Lgs.
185/99 (protezione dei consumatori nei contratti a
distanza), "l'invio
di materiale pubblicitario rientra nei casi in cui
è vietato l'impiego della posta elettronica da parte
di un fornitore senza il consenso preventivo del consumatore".
(Confr.
Newsletter del Garante 13-19 maggio 2002).
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